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L'angolo di Vigo
Puntata N° 21

Decreto vaccini, Vigo risponde - News

.DA LEZIONI DI DIRITTO.

Parliamo ora del famigerato decreto vaccini, vero e autentico mostro non sanitario ma giuridico. Una mostruosità che, in altri tempi, avrebbe scatenato le ire di chi di dovere, che avrebbe manifestato con scioperi e proteste la propria contrarietà, e che ora invece vede la maggior parte dei "rappresentanti" stare seduti, come se niente fosse.

In realtà, questa bestialità legislativa è ciò che ci fa precipitare in un passato che sembrava dimenticato, di obblighi e sanzioni calate dall'alto senza alcun senso, e che si concretizzavano poi con l'olio di ricino e con il placet popolare.

Ma vediamo i profili di incostituzionalità di questa sotto specie di "legge". Mi rifaccio ai riferimenti dell'illustre prof. Paolo Maddalena, ex giudice costituzionale e insigne magistrato. Visto che in questo periodo i medici disprezzano l'opinione di chi non è medico MA, nonostante questo, parlano di normative come se fossero degli illustri giuristi, e, come se non bastasse, una semplice diplomata di maturità classica propugna la sua giustificazione di tale provvedimento, anche in questo caso senza essere preparata sull'argomento, vorrei tornare coi piedi per terra, e, caso strano, far parlare di LEGGE ai magistrati e agli esperti di diritto.

Ora, uno dei CAPISALDI dell'approvazione (nonché della stesura), delle leggi dovrebbe essere il principio di RAGIONEVOLEZZA. Lasciando perdere per ora i principi costituzionali più "specialistici", la Corte Costituzionale, in diversi pronunciamenti ha affermato che il solo art. 3 Cost., afferma anche questo principio, in modo da poter entrare nel MERITO della scelta politica. Ora, la ragionevolezza è CHIARAMENTE andata a farsi benedire, quando si propugna come URGENTE un decreto legge per la vaccinazione, quando la sua discussione è iniziata a metà maggio e si è conclusa dopo più di due mesi!! Quindi, già qui si capisce IMMEDIATAMENTE che problemi non ce ne sono e non ce ne sono mai stati, se l'urgenza si può allungare a piacimento addirittura di due mesi. O l'urgenza c'è davvero, e quindi il Governo deve essere ritenuto responsabile di non avere attivato una prevenzione PRIMA che scoppiasse il problema (e di aver perso altri due mesi prima di fare qualcosa), oppure non c'è: tertium non datur.

Non solo: i vaccini servono a PREVENIRE una malattia esantematica, NON a curarla. Non è dato capire per quale motivo ci dovrebbe essere urgenza di prevenzione SE, come viene spesso pubblicizzato, o meglio "propagandato", la malattia è già diffusa! Poteva essere sensato imporre la CURA del morbillo o della rosolia o della parotite, in risposta al diffondersi della malattia, ma NON LA SUA PREVENZIONE URGENTE!!! Quindi, già qui, e solo ragionando si capisce che l'urgenza e il testo della legge lasciano adito a molti dubbi. Peccato che l'urgenza sia un prerequisito imprescindibile per la decretazione governativa.

Ma andiamo oltre:

a) l'art. 3, comma 5 del decreto è un vero capolavoro di assurdità: impone l'obbligo di vaccinazione per l'iscrizione scolastica, MA, per evitare ricorsi dovuti all'obbligo scolastico della scuola primaria in poi, prevista dalla Costituzione (art. 33), chi non si vaccina e si vuole iscrivere ai corsi della scuola elementare in poi potrà farlo; al di sotto di questa età, invece, non è possibile. Salta subito agli occhi la schizofrenia del testo: se il bambino Tizio non si vaccina e quindi (in linea assolutamente teorica) mette a repentaglio la salute dei compagni di classe, se i suoi compagni hanno meno di 6 anni devono essere tutelati, se ne hanno di più al legislatore non interessa. E questo restando nell'ipotesi che il non vaccinato sia o meno un problema per i suoi amici. Si tratta di un chiaro esempio di irragionevolezza del testo: un bambino non può essere un problema fino a una certa scuola e poi smettere di esserlo, e parlo dello STESSO BAMBINO!

Ma qualcuno potrebbe obiettare: "Ma i casi di malattia sono più gravi e più diffusi tra i bambini sotto i sei anni". Non si capisce, però, come può un SINGOLO bambino non vaccinato in mezzo agli altri vaccinati, che quindi non prenderanno MAI la malattia, rappresentare una fonte di danno. Ma tant'è;

b) la ragionevolezza impone, IN OGNI CASO, il rispetto della vita umana, cosa che non si può dire assecondato se si impone un trattamento vaccinale per addirittura dieci vaccinazioni. In conclusione, finché si trattava di quattro vaccinazioni obbligatorie ritenute necessarie, si poteva invocare un principio di solidarietà sociale, ben presente nel nostro ordinamento grazie all’art. 2 Costituzione, ma ora che si parla di ben dieci vaccinazioni, i cui effetti dannosi sono stati segnalati da un numero considerevole di scienziati di tutto il mondo, e sulle riviste specializzate (non si tratta dei dubbi di genitori con la terza media, come vorrebbe inculcare la propaganda), sono in prima evidenza i “limiti”che la legge deve rispettare, e non è dubbio che questi limiti sono stati superati proprio in virtù del “principio della ragionevolezza” di cui sopra. La Convenzione di Oviedo, di cui è stata firmataria anche l'Italia nel 2001, nel capitolo 2, articolo 5, pone quale regola generale il fatto che ogni intervento nel campo della salute abbia quale suo presupposto indispensabile il “libero ed informato consenso della persona interessata”, che deve fondarsi “innanzitutto su un’informazione adeguata sullo scopo, sulla natura dell’intervento e sulle sue conseguenze e i suoi rischi”. In Italia è stato fatto esattamente l'OPPOSTO: non è esistito nessun consenso informato, ma solo una informazione calata dall'alto, dal Grande Medico che tutto sa e che disprezza il suo prossimo. Esattamente l'opposto di quello che richiede un consenso informato;

c) per evitare di spendere, poi, il Governo ha evitato, con il decreto, MOLTO ACCURATAMENTE di stabilire un'equa indennità per il caso di danno derivante da contagio o da altra apprezzabile malattia causalmente riconducibile alle nuove vaccinazioni obbligatoria imposte, riportato dal bambino vaccinato o da altro soggetto a causa dell'assistenza personale diretta prestata al primo, in applicazione della sentenza n. 307/1990 della Corte Costituzionale; con la conseguente mancata previsione della copertura finanziaria, prevista dall’articolo 81, 3°comma, Cost. Si parla solo genericamente di un controllo dell'AIFA e di una probabile sospensione dell'obbligo in relazione alla presenza di effetti collaterali conclamati. Anche esistendo già una normativa per gli indennizzi da vaccinazioni obbligatorie (legge 210/92 e succ. modifiche), non si è previsto un'ammontare di spesa per questi nuovi obblighi. La Corte Costituzionale si era già espressa per L'OBBLIGO (a carico dello Stato, ma tanto viene sempre disatteso), di prevedere questi indennizzi, con la sentenza su invocata: il Governo ha pensato bene di non seguire MAI i suoi obblighi, ma solo di imporli. Come sempre.

Questa è l'analisi giuridica: per le valutazioni mediche, che NON c'entrano nulla coi principi costituzionali, c'è la pagina di qualche dottore che ne afferma la necessità, come anche le prove su Pubmed degli effetti collaterali. Ai posteri l'ardua sentenza.


LA RISPOSTA DI VIGO


Il grave problema dei tempi nostri è di chi si crede superiore senza averne le caratteristiche nè morali e in molti casi anche scientifiche. Il secondo problema è del popolo, la maggior parte si fida alla cieca di chi grida più forte senza prima informarsi della realtà vera. Il terzo problema è legato alla reale conoscenza del funzionamento della vita umana, oggi la medicina ha perso quasi totalmente la conoscenza perché diventata troppo materialistica, la vita umana è concepita come se fosse una macchina senza coscienza. In conseguenza di ciò si arriva a pretendere che una legge come quella sull'obbligatorietà delle vaccinazioni sia una cosa giusta e di grande benefici sociali. In questo caso l'imbecillità si è fatta scienza.

Bravo e grazie per il suo bellissimo esposto.